La Firenze di Vanni Santoni

“[…] Firenze è un personaggio da conoscere da vicino, va esplorata  lontana dai cliché da cartolina e al calar della sera. […] San Miniato è come un faro che punta i suoi raggi luminosi sulla città tracciandone, di fatto, la prima planimetria. […] Da quest’altezza si scorge la verità di Firenze e i bagliori che ci rimanda dal basso sembrano un’alba che non spunta mai o, a seconda del mio stato d’animo, braci che stanno per spegnersi. O risorge o brucia. Uno scenario d’insieme da cui spiccano particolari che da altre prospettive  non è possibile percepire. Tra questi la Badia Fiorentina, a pianta esagonale con il campanile a punta inaspettato come un’epifania, nascosto e poco visibile da sotto. […] il tanto discusso Palazzo di Giustizia […] sembra un edificio progettato da Escher dopo un summit con Kafka, e nella prospettiva d’insieme s’incastona bene, forma uno sfondo alla Bosch con geometrie quasi infernali. Quassù, lontano dai rumori della movida molesta, preferisco godere del silenzio. […] Arriviamo in piazza Duomo di lato o da dietro così da farci travolgere dal suono fantastico della Cupola del Brunelleschi, come fosse il boato della sirena di un vascello in partenza. Per percepire una musica lieve ed ambient, invece, bisogna virare in direzione della Santissima Annunziata, immersa in un’atmosfera eterea  e un po’ marginale, che è riuscita a mantenere la sua indole di zona di passaggio, in entrata o in uscita dal centro.”
(Tratto dall’intervista a Vanni Santoni in  “La Freccia – Light&Sounds di dicembre 2017)

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