Gli scontri religiosi nella Firenze del Quattrocento attraverso le pagine di Mary McCarthy

“[…] nel tredicesimo secolo l’Inquisizione, sotto San Pietro martire, organizzò due gruppi laici, i Crocesegnati e la Compagnia della Fede, per sterminare il movimento patarino. E anche questa battaglia fu condotta per le strade e le piazze. Pietro, con indosso la tunica domenicana e nel pugno un vessillo crociato di rosso, eccitò all’azione i suoi sodali, che erano vere bande armate. Presso Santa Maria Novella, dov’egli soleva lanciare dal pulpito le sue invettive, avvenne l’orrendo massacro dei patarini; il luogo è segnato da una croce chiamata la Croce al Trebbio e da una colonna isolata. Un’altra colonna, vicino alla chiesa di Santa Felicita oltrarno, non lungi dal Ponte Vecchio, indica il luogo di un altro santo massacro. Nel Cappellone degli Spagnoli di Santa Maria Novella il santo inquisitore è raffigurato nella su aveste domenicana nera e bianca, in compagnia di una muta di cani bianconeri (i Segugi dell’Inquisizione). Che lo aiutano a snidare l’eresia. Questo santo fu poi colpito a morte (e così divenne <<martire>>) da un eretico mentre andava da Como a Milano. Nei dipinti dell’Italia settentrionale è rappresentato di solito con un coltello piantato nella testa; i fiorentini lo dipinsero talvolta col dito sulle labbra, che si ritiene un gesto simbolico dell’Inquisizione. Il Cappellone degli Spagnoli è così chiamato perché vi si radunava a sentir messa la corte spagnola di Eleonora di Toledo, sposa di Cosimo I […]. Frattanto, le colonne armate di Pietro Martire, dopo aver disfatto i patarini, si dedicavano d opere pie, fondando ospedali e curando malati. La loro confraternita, che oggi è conosciuta cime i Fratelli della Misericordia ed ha il suo centro nel Bigallo, difaccia al Duomo, fu la prima Croce Rossa. Tuttora si possono vedere fratelli misericordiosi nei loro cappucci neri (per umiltà l’identità è tenuta ufficialmente segreta) scendere da un’ambulanza con una barella […] .”
(Mary McCarthy, Le pietre di Firenze, 1956)

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