Il sigaro Toscano

Immagine tratta da: www.tuscanypeople.com
(testo tratto da Sette del 5 giugno 2015)

“[…] Il sigaro toscano compie duecento anni. Firenze, 1815: ammassato nel cortile della Manifattura tabacchi, un mucchio di tabacco Kentucky si inzuppa di pioggia. Il giorno dopo, il sole lo fa fermentare. Per non gettare il tabacco andato a male, il direttore decide di usarlo come ripieno per sigari da vendere a infimo prezzo. L’accoglienza è entusiasta, i sigari vanno a ruba e vengono battezzati ‘Toscani’.
[…] Leopoldo II, Granduca di Toscana, soprannominato ‘Canapone’ per l’alta statura e i capelli biondi, durante i suoi incontri con i sudditi distribuiva sigari toscani. Nel 1815 emanò una legge rigorosa sul monopolio del tabacco. Nel 1859, costretto ad abbandonare Firenze, dalla carrozza che lo conduce all’esilio, urla: <<Me ne vado, ma ve ne pentirete; i toscani che fumavate quando c’ero io non li fumerete più>>.
[…] Nel 1867 esistevano solo due tipi di toscani: il ‘fermentato superiore’ , da sette centesimi, e il ‘fermentato comune’ da cinque centesimi’.
[…] La realizzazione del sigaro toscano, stando agli atti della commissione d’inchiesta sui tabacchi del 1881, <<esige l’opera intelligente dell’operaio e l’azione del tatto>>. Prima dell’assunzione venivano toccate, pesate e valutate le mani dell’aspirante operaio, che dovevano essere elastiche.
[…] <<Toscano, nome di sigaro forte che suole fumarsi spezzandolo in mezzo. Fa orrore alle dame. I fiorentini ricordano ancora oggi il sigaro toscano dei tempi del Granduca, come gli Dei spodestati dell’Olimpo ricordano l’ambrosia bevuta alla tavola di Giove>>. (Carlo Collodi)"

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