Zoroastro da Peretola, il primo uomo a volare

Testo e Foto di Roberto Di Ferdinando

Il Monte Ceceri è un poggio nel comune di Fiesole da cui si aprono scorci suggestivi ed unici su Firenze e sui colli della Valle dell'Arno. Oggi il Monte fa parte del Parco delle Cave di Fiesole, infatti, qui fino ai primi del Novecento si estraeva la pietra arenaria, detta anche pietra fiesolana, impiegata, per la sua duttilità e qualità dai più importanti scultori ed architetti fin dal secolo XV, tanto che il governo mediceo dovette attuare una severa politica di controllo del suo sfruttamento, e tra il XVII e il XVIII secolo riservò le cave esclusivamente ai cantieri per la realizzazione dei monumenti e palazzi fiorentini.
Ma Monte Ceceri è noto anche per essere un luogo leonardiano, infatti, Leonardo da Vinci lo menziona  disegnandone il profilo nel foglio 20v del  Codice di Madrid II, e, principalmente, lo ricorda, nella terza di coperta del Codice sul volo degli uccelli che si conserva nella Biblioteca Reale di Torino, legandolo alla profezia del volo dal Monte del Cigno, l’originario nome del monte (in passato nidificavano nella zona questi volatili, che, data l’escrescenza presente sul becco, erano stati ribattezzati dai locali quali ceceri, da cecio). Difatti i sentieri CAI che si snodano dalle sottostanti cave di Maiano o dal centro di Fiesole, conducono tutti ad un belvedere (piazzale Leonardo), e qui una stele ricorda che tale luogo fu usato nel 1506 da Leonardo Da Vinci come trampolino per collaudare la sua Macchina del Volo, il primo esperimento per far volare l’uomo.

Monte Ceceri, il belvedere "Leonardo da Vinci" e la stele che ricorda il primo volo

Le antiche cave
La scelta cadde su questo luogo in quanto molto ventilato e perché conosciuto bene dal genio che proprio in zona possedeva un esteso uliveto. Leonardo per l’occasione scrisse questo epitaffio: “Piglierà il primo volo il grande uccello sopra il suo magno Cè-
cero e empiendo l’universo di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture e gloria eterna al nido dove nacque”. A sperimentare in prima persona la Macchina, fu, secondo quanto appuntato dallo stesso Leonardo sul Codice del Volo, Tommaso Masini, detto Zoroastro da Peretola, uno dei suoi assistenti. Tommaso, figlio di un umile ortolano di Peretola, si vantava, allora si usava così, di essere figlio illegittimo del nobile Bernardo Rucellai, cognato di Lorenzo il Magnifico.
Secondo le testimonianze si racconta che la Macchina riuscì a planare, sorprendentemente, per almeno mille metri, atterrando in zona del Regresso, ma il Masini ne uscì molto malconcio. Il punto di atterraggio è ricordato oggi da una lapide e da un bassorilievo sul muro di Villa la Torrosa, in Largo Leonardo da Vinci, lungo la provinciale che collega Fiesole a Firenze.
RDF

Largo Leonardo da Vinci (Fiesole) - La targa che ricorda il punto dove atterrò Zoroastro

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