Le "cipolle" di Piazza Strozzi

(fonte: Il Canto dei Bischeri)
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

Palazzo Strozzi, nell’omonima piazza, ai propri quattro angoli ha posizionati delle lanterne grandi in ferro, dei dragoni, dei porta bandiera e dei battenti. Questi lavori in ferro battuto sono opera  di Niccolò Grosso (o Niccolò di Noferi del Sodo), il fabbro artigiano più capace del Rinascimento, detto anche il “Caparra”, perché aveva l’abitudine di esigere un acconto consistente ogni volta che iniziava un lavoro nuovo. Grosso aveva anche un'altra particolarità, infatti era fonditore e battitore famoso ed apprezzato, ma, curiosamente, anche venditore di cipolle. E tale attività di venditore, non si sa se per diletto o per necessità, la svolgeva proprio nello spiazzo oggi chiamato Piazza Strozzi. Infatti, in questo luogo, prima che fosse costruito il Palazzo Strozzi, si svolgeva  il mercato ortofrutticolo della città, qui si vendevano cipolle, cocomeri, poponi, ortaggi e verdure di stagione, tanto che la piazza era chiamata “Piazza delle Cipolle”. E il mercato continuò a svolgersi anche durante i lavori per la costruzione del palazzo che Messer Filippo Strozzi aveva voluto per la sua famiglia incaricando del progetto Benedetto da Maiano e Giuliano da Sangallo. E un giorno, Filippo Strozzi, recandosi sul posto ad osservare l’avanzamento dei lavori del suo palazzo, proprio in quel mercato s’imbatte in Niccolò Grosso e nel suo banco di cipolle, e dovendo completare il suo palazzo di alcuni accessori, gli venne l’intuizione di dare l’incarico a Grosso, sicuramente dopo aver sborsato un consistente acconto, di realizzare le rifiniture in ferro. E Grosso nel realizzare le lanterne molto probabilmente s’ispirò alle sue cipolle, infatti le dotò di lunghe reste che ricordano proprio quelle delle cipolle.
Oggi le quattro lanterne poste agli angoli sono delle copie, solo quella sull’angolo verso via dei Pescioni, contiene alcune parti originali. E proprio in questo angolo manca il dragone; al suo posto una targa, collocata nel 1762, su cui è scritto l’editto che vietava la vendita sulla piazza di cocomeri, poponi e ferrivecchi, decretando la fine della “Piazza delle Cipolle”.
« Et in detto palazzo [Strozzi] per ornamento fece fare ferri di finestre mirabili e campanelle con bellissimo garbo, e similmente le lumiere su canti che da Niccolò Grosso Caparra, fabbro fiorentino furono con grandissima diligenza lavorate. (...) Né mai ha lavorato moderno alcuno di ferro machine sí grandi e sí difficili con tanta scienza e pratica. »
(Giorgio Vasari, Le Vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri)
RDF

Palazzo Strozzi - Le "cipolle" del "Caparra"
Palazzo Strozzi - Editto del 1762 che vieta la vendita di ortaggi e frutta nella piazza

Commenti

Post più popolari