Le mura che furono

Testo di Roberto Di Ferdinando

Dove oggi scorrono i viali una volta c’erano le mura cittadine, lì poste molti secoli prima per difendere la città dagli attacchi nemici ed abbattute sul finire dell’Ottocento per realizzare le “grandi opere” per Firenze Capitale. Fino ad allora Firenze era stata circondata completamente dalle mura. Nel Trecento questa cinta era alta 10 metri e percorsa tutta da un ballatoio di guardia. Sulla merlatura erano posizionate delle gabbie di ferro che venivano riempite con materiale infiammabile che datogli fuoco illuminava il basamento delle mura a fini di vigilanza. Ogni 100 metri sorgeva una torre o una postazione di vedetta alti quasi 20 metri, sulla vetta di queste difese sventolava la bandiera della Repubblica. Inoltre, a modo di garantire maggiore inespugnabilità, le mura erano circondate da un profondo fossato riempito con l’acqua deviata dal Mugnone. In particolari periodi dell’anno ed in alcune zone quest’acqua ghiacciava, fornendo così il ghiaccio per la conservazione dei cibi. Le principali ghiacciaie erano presso Porta a Pinti (oggi non più esistente, sorgeva presso l’attuale Piazza Donatello) e nella zona della Fortezza da Basso (nella toponomastica cittadina tale fenomeno è ricordato, difatti presso il moderno viale Fratelli Rosselli, esiste via della Ghiacciaie).
Lungo le mura scorrevano due strade una esterna, molto frequentata e trafficata da carri e bestiame, tanto che lungo il suo percorso sorsero piccoli borghi e osterie. E una strada interna che, invece, era più tranquilla, ed allietata da spazi verdi ed alberi, che garantivano ai fiorentini piacevole passeggiate nei giorni di festa.
Gli accessi alla città erano permessi dalle porte d’ingresso, poste a capo dei borghi principali (Borgo San Lorenzo, Borgo Ognissanti, Borgo la Croce),  dotate di ponti levatoi ed alte 40 metri queste porte erano tutte decorate con due tabernacoli gotici, ai lati dell’ingresso, che ospitavano due leoni in marmo (il Marzocco) che simboleggiavano la forza  e la giustizia della Repubblica (si veda la facciata della Porta di San Niccolò o quella della Porta a Prato), mentre gli interni  erano affrescati con figure religiose (Porta San Gallo). Sulle loro facciate era posta anche una statua di un personaggio famoso, così Firenze rendeva onore ai propri illustri cittadini, così Porta San Niccolò aveva la statua di Petrarca, Porta San Gallo di Dante, Porta San Frediano di Boccaccio, Porta alla Croce quella di san Zanobi e Porta al Prato di Coluccio Salutati.
Durante l’assedio francese del 1529 tutte le porte, esclusa quella di San Niccolò che sarebbe dovuta essere abbattuta, in quanto troppo esposta se la città fosse stata attaccata con armi da fuoco da San Miniato, furono abbassate per non essere bersaglio dei cannoni nemici e coperte con un tetto (Porta a Prato, Porta alla Croce) per ospitare una batteria di cannoni.
Nei periodi di pace le porte erano aperte all’alba e chiuse al tramonto, solo Porta Romana e Porta San Gallo e solo dal 1717 potevano rimanere aperte anche di notte.
RDF

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