La chiesa con il culo in Arno

Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

In Borgo San Jacopo, Oltrarno, c’è la chiesa di San Jacopo sopr’Arno, così  a Firenze era chiamato l’apostolo San Giacomo Maggiore ed il particolare nome della chiesa è dovuto al fatto che questa si affaccia proprio sull’Arno. Fin dal 1250 San Jacopo (Giacomo) a Firenze era celebrato il 25 luglio con il Palio dei Navicelli, che, finanziato interamente dal priore di questa chiesa, consisteva in una regata di navicelli, piccole imbarcazioni senza timone e mosse a colpi di stanga (remo a pertica), che partiva proprio dal greto dell’Arno dove si affaccia l’abside di San Jacopo sopr’Arno e si concludeva alla pescaia di Santa Rosa.
Di origine romanica, la chiesa diede il nome al borgo che, appena fuori le mura cittadine, nei decenni successivi le si creò intorno. Secondo quanto scrive il Vasari, nel 1418 Brunelleschi intervenne nella chiesa abbellendo la Cappella Ridolfi con una copertura a cupola, sperimentando così quella che avrebbe poi realizzato per il Duomo. La cappella e la cupola andarono distrutte alcuni secoli più avanti in un improvvida ristrutturazione della chiesa, mentre nel 1580 San Jacopo sopr’Arno fu dotata del portico, che ancora oggi si può osservare, realizzato dai Canonici Scopetini, con il decisivo contributo economico di Cosimo I, dopo averlo traslato dalla loro antica sede di San Donato in Scopeto andata distrutta. In seguito la chiesa fu retta dai Padri delle Missioni, detti “Barbetti” per via delle loro particolare barbe, che si stabilirono nell’adiacente convento. Convento  che aveva già ospitato la Compagnia di San Jacopo in Oltrarno (o del Nicchio) che, insieme a quella di San Girolamo, di san Paolo e di Sant’Antonio Abate, faceva parte delle confraternite fiorentine (buche), che praticavano la flagellazione e pertanto detti anche “battuti” e, a seconda del loro saio, bianchi o neri. Oggi la chiesa è arcidiocesi ortodossa della comunità greca.
Come accennavo all’inizio la chiesa ha un particolare nome “sopr’Arno”, dovuto al fatto che si trova proprio a picco sull’Arno. Se si osserva la chiesa dal ponte di Santa Trinità, da cui è possibile ammirare anche il seicentesco campanile del Silvani, si nota che l’abside della chiesa si appoggia su degli sporti, avanzando così  in maniera decisa rispetto alla linea del resto dell’edificio. Quando l’Arno è in piena, il basamento dell’abside è letteralmente bagnato dal fiume, che a Firenze si dice che San Jacopo è “la chiesa con il culo in Arno”.
RDF

L'abside della chiesa di San Jacopo sopr'Arno
Borgo San Jacopo, l'ingresso della Compagnia di San Jacopo

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