La Gioconda a Firenze

Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

In via Panzani, al numero 2 è situato l’albergo “La Gioconda” (non preoccupatevi non è questa una pubblicità). Ovviamente a Firenze siamo in un luogo leonardiano, il Genio di Vinci (per la precisione di Anchiano) soggiornò e lavorò più volte nella città del Fiore, quindi non vi è da stupirsi se una struttura ricettiva si chiami come il più famoso quadro di Leonardo, se non della storia dell’arte. Ma non è una semplice coincidenza, il nome infatti di questo albergo è legato direttamente al capolavoro della Monna Lisa.
Facciamo un passo indietro e verso un'altra città, Parigi. Nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1911, la Gioconda sparì dal Museo del Louvre; inizialmente si pensò ad un momentaneo, e senza preavviso, trasferimento dell’opera verso un’altra sala, invece solo il 22 agosto le autorità museali e la polizia convennero che l’opera era stata derubata. Era la prima volta che un quadro veniva sottratto da un museo importante. Le indagini furono difficili, furono interrogati più artisti e letterati che più volte e pubblicamente avevano criticato i capolavori del passato, tra cui Picasso e Apollinaire, ma niente fu scoperto. Infatti l’autore del furto era un semplice artigiano italiano, Vincenzo Peruggia, che aveva prestato lavoro saltuariamente al Louvre, ed aveva visto più volte da vicino la Gioconda. Peruggia si era convinto, erroneamente, che l’opera fosse stata sottratta all’Italia dalle spoliazioni di Napoleone, senza sapere invece che la Gioconda fu volutamente venduta da Leonardo alla casa regnante francese. Comunque, Peruggia, in quella famosa notte d’agosto, mise in atto il suo piano da tempo studiato: si rinchiuse in uno sgabuzzino del museo e quando tutti se furono andati smontò la teca, che lui stesso aveva realizzato, portò via la tavola. Al mattino, con l’inizio dell’arrivare degli impiegati e dei primi visitatori del museo, nascose l’opera ed indisturbato guadagnò l’uscita. Quindi Peruggia rientrò in Italia, al suo paese natale, Dumenza, presso Luino, oggi nel comune di Varese, con l’intenzione di regalarlo all’Italia purché non fosse restituito alla Francia. Si mosse quindi verso Firenze, convinto che qui avrebbe trovato più agevole, e conveniente, più che regalare, vendere l’opera. Siamo nel dicembre del 1913, sono passati 28 mesi dal furto dell’opera, che il mondo riteneva ormai perduta. Invece una mattina di quell’anno l’antiquario fiorentino Alfredo Geri ricevette una lettera firmata “Leonardo”, in cui vi era scritto:” Il quadro è nelle mie mani, appartiene all'Italia perché Leonardo è italiano”. Nella lettera si parlava anche di un riscatto di 500.000 lire. Geri incuriosito da queste righe, accettò di vedere questo “Leonardo”, e come vi era riportato nella lettera si recò, insieme al direttore del museo degli Uffizi, Giovanni Poggi, all’appuntamento presso la stanza numero 20 dell’Hotel Tripoli, eccolo qui, il nostro albergo l’attuale albergo “La Gioconda”. Geri e Poggi, incontrato Peruggia e veduta la tavola si resero conto di essere davanti all’originale della Gioconda e chiesero al Perruggia, con una scusa, di poterla portare via con loro per un esame più attento. Il tempo necessario per avvertire la polizia che arrestò il Peruggia, che fu ritenuto mentalmente minorato e condannato ad un anno e mezzo di carcere. Se oggi entrare nell’albergo “La Gioconda” (ex Tripoli), sopra la reception campeggia una copia della Gioconda (e se invece fosse quella vera?).
RDF
Via Panzani - l'ingresso dell'albergo La Gioconda

Commenti

  1. Un gesto davvero folle,che anche se fosse stato compiuto a fini patriottici ha rischiato di causare gravi danni al quadro e a rimetterci non sarebbero stati nè francesi nè italiani ma l'intera umanità.La Gioconda è (purtroppo) un legittimo possedimento dello stato francese,ma se non altro il gesto di Peruggia ha ricordato a tutti che anche questo come molti altri capolavori che riempiono i musei di tutto il mondo è nato a Firenze e inoltre per un breve periodo è stato esposto il quadro agli Uffizi,e sarebbe bello se nel 2012 La Gioconda venisse nuovamente esposta a Firenze...anche se le autorità francesi non sembrano molto d'accordo.
    A proposito di Giocanda,si hanno novità sul ritrovamento dei suoi resti nel vecchio convento di Sant Orsola Roberto?

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  2. Ciao Quaver18,
    non so molto in merito, so che in maggio scorso nel Convento di Sant'Orsola furono ritrovati dei resti ossei, ma i risultati dell'analisi del DNA non sono stati resi noti ancora. Al progetto di ricerca dei resti di Lisa Gherardini (la Monna Lisa) partecipa Silvano Vinceti, che è anche il promotore del Comitato per il rientro della Gioconda nel 2013 a Firenze.
    Sorridente giornata
    Roberto

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  3. 2013 Pardon! difatti il quadro è stato ritrovato nel 1913 e non nel 1912.Fa comunque piacere sapere che la responsabilità dei beni culturali di Firenze è in mano a esperti cosi in gamba e amanti del loro lavoro al punto di promuovere iniziative interessanti come questa.Sarebbe bello poter avere a Firenze il quadro dopo aver appurato che quei resti ossei siano effettivamente della Monna Lisa e magari dopo aver riportato alla luce anche la Battaglia di Anghiari,un vero trionfo leonardesco...ma magari adesso sto esagerando con i sogni

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