L’effige di San Zanobi in via della Pergola

Articolo Pubblicato su Firenze Informa nel 2007
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

Sulla facciata del palazzo al numero civico 31 di Via della Pergola è raffigurata, in affresco, all’interno di un piccolo tabernacolo, l’effige di San Zanobi, essa inoltre sormonta una piccola targa in cui si ricorda un episodio curioso accaduto in quel punto secoli addietro. Infatti il 4 giugno 1699 passava per questa strada la processione inneggiante a San Zanobi. Il corteo religioso, al quale prendeva parte anche il Senato cittadino, era aperto dall’immagine del vescovo-santo, e, giunto all’altezza del già citato palazzo, fu sorpreso da un furioso temporale estivo, tanto che i partecipanti furono costretti a rifugiarsi nell’ingresso del palazzo. Il proprietario dell’abitazione, un certo Lazzerini, a ricordo di quel fatto, per lui straordinario, fece installare sulla facciata il tabernacolo e la targa che così recita:  “IN QUESTA CASA DE' LAZZERINI ESTATA LATESTA DEL GLORIOSO VE-SCOVO S. ZANOBI PRICISIONALMENTE CON IL SENATO E TUTTO IL CLERO STANTE LA ROVINOSA PIOGGIA E STETTE SOPRA MEZZA HORA CON TANTO POPOLO SOTTO DI 4. GIUGNO 1699. ADLAUDEM DEI AHO.22. IACOPO FECIT”.
Via della ergola, l'effige di San Zanobi

Il culto di San Zenobi è molto sentito in Firenze. Zanobi (o Zenobio) nacque infatti a Firenze verso la metà del IV secolo (337 circa), educato ai dettami cristiani dal vescovo Teodoro, giovane fu incaricato direttamente dal Papa, Damaso I, di recarsi in missione presso la corte imperiale di Costantinopoli. Rientrato a Firenze sul finire del secolo, ne divenne successivamente vescovo evangelizzando completamente la città ed i dintorni combattendo con forza l’eresia e l’arianesimo del periodo, tanto da essere appellato quale vir sanctus. Ma la santità gli fu riconosciuta anche per alcuni miracoli, per esempio quello della risurrezione del figlio di una pellegrina francese, ricordato da una targa posta sotto una finestra al piano terreno della facciata del Palazzo Altoviti, detto anche dei Visacci, al numero 18 di Borgo degli Albizi. La targa, ancor’oggi visibile, così recita in latino: B. Zenobius puerum sibi a matre gallica Roma eunte/Creditum atque interea mortuum dum sibi urbem/Lustranti eadem reversa hoc loco conquerens/Occurrit signo crucis ad vitam revocat/An. Sal. CCC. L’iscrizione ricorda difatti la vicenda di una donna francese, che, recandosi a Roma in pellegrinaggio con il suo unico figlio, lo lasciò a Firenze presso conoscenti perché ammalato, proseguendo da sola il pellegrinaggio. Al suo ritorno però trovò il figlio appena deceduto e, presa dalla disperazione lo portò al vescovo che stava venendo in processione dalla chiesa di San Pier Maggiore. Quando la donna incontrò il vescovo, proprio nel punto oggi ricordato dalla lapide, egli inginocchiandosi benedì il ragazzo che tornò miracolosamente in vita. Questa vicenda è stata ritratta anche in molte opere d’arte, tra le più famose il dipinto, Miracolo di San Zanobi, opera di Sandro Botticelli e custodito al Gemäldegalerie di Dresda.
Borgo degli Albizi, la targa ricorda il miracolo di San Zenobi

Il vescovo Zanobi morì intorno al 417 e fu sepolto prima in San Lorenzo, che da quel momento divenne cattedrale, chiesa che per alcuni storici fu fatta costruire proprio per volere del santo, e poi, nel sec. IX, in Santa Reparata (i cui resti sono oggi visibili nelle cripte di Santa Maria in Fiore) in un’urna scolpita da Lorenzo Ghiberti. Si narra che durante la traslazione della salma del santo, in Piazza San Giovanni, l’urna urtò un olmo disseccato che miracolosamente rinverdì, come tutt’oggi testimonia la colonna, appunto di San Zanobi, presso la porta nord del Battistero.
Oggi San Zanobi è compatrono, assieme a San Giovanni, dell'arcidiocesi fiorentina.
RDF
Duomo, la statua di San Zenobi all'ingresso principale

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