Quello che resta della casa di Niccolò Machiavelli

 Articolo Pubblicato sul mensile Firenze Informa del 2005
Testo e foto di Roberto Di Ferdinando

A metà di via Guicciardini vi è una stretta galleria commerciale alla cui parete di destra, in alto, è stata murata un’antica trave di legno. Una targa ricorda che quella trave è, oggi, l’unica testimonianza rimastaci della casa di Niccolò Machiavelli, che si affacciava su quella strada e che fu definitivamente distrutta dalle mine tedesche nell’agosto del 1944.
La trave di legno, tutto ciò che rimane della casa di Machiavelli

Machiavelli, nacque nel maggio del 1469 a Firenze e crebbe nel palazzo di famiglia di via Santo Spirito. Nel 1494, dopo la cacciata da Firenze dei Medici e l’instaurazione della Repubblica, si avviò alla vita politica diventando prima segretario ed in seguito ambasciatore di Firenze. Nel 1512, con il ritorno dei Medici, fu privato delle sue cariche ed imprigionato con l’accusa di congiura. Rimesso in libertà si ritirò nella sua casa ‘L’Albergaccio’ presso San Casciano in Val di Pesa, dove si dedicò alla sua principale opera “Il Principe”. Solo nel 1526 gli venne affidato un incarico importante: quello di cancelliere dei Procuratori delle mura , preposti alla difesa di Firenze. Ma i Medici furono di nuovo allontanati e Machiavelli, sospettato anche dal regime repubblicano, fu definitivamente lasciato da parte. Morì in solitudine nel giugno 1527 nella casa di via, oggi, Guicciardini di fronte al palazzo di Francesco Guicciardini (1483-1540) il politico-ambasciatore che di lì a poco, con l’opera “Considerazioni intorno ai Discorsi di Machiavelli sopra la prima deca di Tito Livio”, avrebbe criticato le idee di Machiavelli.
RDF

La lapide, posta sul palazzo moderno dove una volta sorgeva la casa di Machiavelli

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